FrancescaCugno

871


Un progetto di Francesca Cugno e Gaia Maggio
Il tropo degli invasori dallo spazio evoca una particolare questione sulla direzionalità del viaggio: in quale direzione c’è una invasione? Dallo spazio alla terra? Dal fuori al dentro? Il contrario? Sono difesi simmetricamente i confini? È una opposizione gerarchizzata il dentro/fuori? (Haraway, 1995)

871 ripercorre il Tempo di un’avventura fallica in cui l’Uomo è stato l’unico protagonista della Storia. ‘871’ è il numero identificativo di Iride, una modesta centralinista che lotta per la sopravvivenza terrestre narrando questa storia alla fine del Ventesimo secolo, ma è anche il numero identificativo di una galassia, la NCG 871, che lei studia e scruta da lontano. Attraverso una visione cyberfemminista che mette a nudo il modello di anthropos caratteristico del piano illuminista, il progetto propone una presa di coscienza del passato espansionista e apre uno spazio di liberazione immaginativa che potrebbe rivelarsi utile per il presente turbolento in cui viviamo. Pensare insieme tra e con macchine, animali umani e non umani, vegetali e minerali nella realtà del cyberspazio potrebbe essere una strada per permettere a tutt* di sopravvivere su questa Terra.

[1]
Alcune immagini provengono dall’archivio Heritage Lab.




The trope of space invaders evokes a particular question about directionality of travel: in which direction is there an invasion? From space to earth? From outside to inside? The reverse? Are boundaries defended symmetrically? Is inner/outer a hierarchicalized opposition? (Haraway, 1991)

"871" traces the Time of a phallic adventure in which Man was the only one protagonist of history. 871 is the identification number of Iride, a modest switchboard operator who fights for Earth's survival and is narrating this story at the end of the twentieth century, but it is also the identifying number of a galaxy, the NCG 871, which she studies and observes from afar. Through a cyberfeminist vision that lays bare the model of anthropos characteristic of the Enlightenment project, this work promotes awareness of the expansionist past and opens up a space of imaginative liberation that could prove useful for the turbulent present in which we live. Thinking together between and with machines, human and non-human animals, plants and minerals in the reality of cyberspace could be a path to allow everyone to survive on this Earth.

[1] Some of the pictures are from the Heritage Lab archive.


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